Economia

Vilma: m’hanno dato la clava

Vilma Mazzocco è donna e viene dal Sud. Oggi è a capo di un grande consorzio di coop sociali. Spaventata? No: «È naturale che sia qui, le donne sono da sempre le vere cooperatrici»

di Redazione

Federsolidarietà, per storia e per numeri, rappresenta il cuore della cooperazione sociale italiana. Chi sono le migliaia di cooperative e di cooperatori che la compongono? Vilma Mazzocco: Sono un sistema che garantisce in questo Paese servizi sociali, inserimento lavorativo di persone svantaggiate, partecipazione dei cittadini ai fatti economici e alla cosa pubblica. Le decine di migliaia di cooperatori sociali impegnati sul fronte della solidarietà sono cittadini attivi che si danno da fare per altri cittadini, costruendo un tessuto civile e sociale attivo. Vita: La sua storia professionale si è svolta al Sud. Quale può essere, secondo lei, lo sviluppo dell?imprenditoria sociale nel Mezzogiorno? Mazzocco: Il Sud ha bisogno di cooperazione sociale che inneschi processi di sviluppo a forte partecipazione. La partecipazione attiva e qualificata dei cittadini alla vita pubblica è un tema ancora aperto, nel Meridione. Le politiche del lavoro dovrebbero orientarsi a valorizzare la capacità autonoma dei cittadini, e dunque delle cooperative sociali, di fare e di agire per il bene collettivo. E le cooperative dovrebbero imparare a infrastrutturare la loro presenza sul territorio. Penso ai consorzi, ma anche alla costruzione di sane connessioni con le imprese di mercato, con le istituzioni, col Terzo settore. Vita: Lei è un presidente donna, e i dati statistici dicono che la cooperazione sociale è sempre più al femminile. Perché? Mazzocco: Il lavoro di cura è un lavoro storicamente femminile. La cooperazione sociale nasce fondamentalmente come strumento partecipativo per la cura dei bisogni dei più deboli. Quindi, in un certo senso, la cooperazione sociale nasce dalle donne. Vita: Impresa sociale: un percorso tortuoso che sembra definirsi. Quale sono le sue aspettative sulla legge delega? Mazzocco: La legge non va vista come un?iniziativa in favore di qualcosa o di qualcuno, e ancor meno in favore dell?impresa sociale. L?impresa sociale già esiste: il vero nodo è la capacità di generare uno strumento legislativo al servizio del Paese. Vita: Con la riforma del diritto societario si è chiusa una fase burrascosa nei rapporti fra maggioranza di governo e cooperazione. Alla fine, al ruolo di Confcooperative e ai centristi di governo, sembra che i provvedimenti di riforma abbiano perso il carattere punitivo. È così? Mazzocco: Ci sono stati momenti difficili, è vero. La primissima stesura del nuovo testo del diritto societario era inaccettabile. Poi, grazie alla vigilanza delle cooperative, Confcooperative in testa, i tempi sembrano cambiati, e anche la riforma della legge sul socio lavoratore lo testimonia. Vi sono ancora importanti banchi di prova, come la legge sull?impresa sociale e il Libro bianco sul welfare, ma la riforma del diritto societario costituiva il provvedimento più importante. Sulla necessità della riforma non ci sono mai stati dissensi; il risultato finale non è perfetto, ma nel complesso consentirà la vita e lo sviluppo delle cooperative autentiche. Vita: La riforma del titolo V della Costituzione aveva fatto sperare in una gestione sussidiaria dei servizi alla persona. La realtà ha dimostrato che le cooperative sociali hanno dovuto fronteggiare 20 modelli di welfare diversi. È preoccupata?? Mazzocco: La varietà dei sistemi locali di welfare è una ricchezza, che diventa ostacolo quando produce confusione. Noi abbiamo parlato di welfare per lo sviluppo, dove i sistemi di servizi sociali non sono un fine, ma un mezzo. All?interno di questa idea è possibile costruire sistemi diversi, ma finalizzati a generare sviluppo. Ciò significa anche che la sussidiarietà è uno dei presupposti fondamentali. La sussidiarietà richiede responsabilità, ma la responsabilità in quanto capacità di partecipare è anche un traguardo, e non tutti hanno uguali opportunità per raggiungerlo. Allora entra in campo la solidarietà, che significa aiutare le persone a raggiungere il traguardo della responsabilità. Se la devoluzione è un processo di prassi della sussidiarietà e della solidarietà, non c?è da preoccuparsi, anzi. Se invece è un modo di riproporre vecchi schemi redistributivi delle risorse, dovremo combattere. Chi è Eletta presidente di Federsolidarietà il 10 aprile, Vilma Mazzocco ha 40 anni. Nata in Sardegna e cresciuta in Molise, da cinque anni abita in Basilicata. Psicologa, dal 1985 si occupa di cooperazione sociale; dal 1992 era vicepresidente di Federsolidarietà. È attualmente presidente di Confcooperative Basilicata.


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